lezione, gli alunni devono solamente ascoltare, ascoltare, ascoltare, secondo me questo è un incubo, non è una scuola. Per cui, prima ci liberiamo di questo incubo, meglio è. L’Europa, quella civile se n’è già liberata da tempo, e noi cosa aspettiamo, ci piace vivere nel passato?3) Nel 2020, abbiamo festeggiato i 150 anni dalla nascita di M. Montessori e il Centenario di Gianni Rodari, due grandi pedagogisti della Scuola Italiana, in base alla sua esperienza di Pedagogista, la scuola italiana rispecchia i loro ideali di scuola? Nello specifico, cosa conservare? Cosa andrebbe cambiato? Maria Montessori, nonostante si sia laureata in medicina, ha lavorato tutta la vita come pedagogista e ha elaborato come modello educativo, uno dei più importanti nella storia della pedagogia, ossia quello basato sulla sensorialità dei materiali, che permette a dei bambini, anche con gravi disabilità, di imparare a leggere e scrivere proprio attraverso l’utilizzo dei materiali, sviluppando una procedura che scientificamente è stata approvata ed è continuamente confermata. Nel caso di Gianni Rodari, lui non ha elaborato una metodologia scolastica, il suo contributo è quello di offrire alla scuola, agli insegnanti, l’idea della necessità di sviluppare nei bambini e nei ragazzi, l’elemento creativo, di tirar fuori dai bambini, dai ragazzi, tutto quello che è la fantasia, tutto quello che è il background neuro cognitivo di intelligenza, di divergenza, di sconfinamento rispetto a quella che è la routine, il nozionismo e la pura e semplice risposta esatta. Sono due giganti italiani, famosissimi a livello Internazionale, che si collocano su due versanti diversi, dal punto di vista tecnico ovviamente, ma con un unico orientamento anche se non sembra si siano mai incontrati. Maria Montessori in realtà è stata molto più apprezzata all’estero che in Italia, se si pensa che in Italia ci sono circa trecento scuole montessoriane mentre in Germania ce ne sono cinquemila, il dato numerico rende bene l’idea. Scuole montessoriane si trovano davvero in tutto il mondo, e questo diciamo che all’inizio della mia carriera di pedagogista mi ha impressionato, nei miei viaggi, in Irlanda, nelle Favelas Brasiliane, nelle Filippine, ovunque trovavo le scuole montessoriane, senza neanche cercarle. Un’esperienza importante è stata l’essere stato invitato, intorno al 1990, da una nipote diretta di M. Montessori, René Montessori, a tenere un corso di formazione, in cui tutte le direttrici di scuola presenti, erano provenienti da scuole montessoriane del mondo. Un’esperienza che lascia senza fiato, trovare tante rappresentanti di tutte queste scuole montessoriane, provenienti da tutto il mondo, anche dai posti più remoti, come l’India, il Pakistan, un metodo che attraversa le religioni, che attraversa le culture, un metodo eccezionale. Questo ci fa comprendere come i bambini sono uguali, ovunque, in qualunque parte del mondo, i bambini sono bambini. Così com’è stato geniale Rodari, a capire che i bambini sono dei narratori per antonomasia, in loro c’è un pensiero narrativo, non un pensiero logico razionale. Mi sento, però, di ricordare che ancor prima di Rodari, in Italia abbiamo avuto anche Collodi, un gigante assoluto, perché Pinocchio è un capolavoro irraggiungibile, una storia che più la si legge, più è una storia che emoziona, e non si capisce come l’autore abbia potuto inventare una cosa del genere. Collodi morirà, senza sapere la grandiosità di questa sua opera, senza accorgersi di aver fatto un capolavoro, perché muore prima che Pinocchio avesse il successo che ha avuto. Per molto tempo Collodi è rimasto legato al suo personaggio Giannettino, ma cosa molto limitata, rispetto a quella grandiosità che sarà poi Pinocchio. Non possiamo neanche dimenticare di menzionare Walt Disney. Grande anche Mario Lodi con Cipì, un capolavoro indubbiamente, ed è una storia fatta con con dei bambini, forse una delle prime ->