ma le sue azioni, il suo volontariato, le sue attività erano rivolte ad un mondo senza discriminazioni, senza distinzioni sociali, anche nel mondo della scuola il suo interesse ai diritti umani è molto presente, tant’è vero che gli studi che stava facendo erano proprio in giurisprudenza. Questo significa, in base a quanto hanno rilasciato i genitori, che sebbene Seid non parlasse di sé, tuttavia parlava a nome di tanti altri ragazzi che vivevano un disagio per il colore della pelle, per essere arrivati in Italia per trovare una casa, un conforto, una carezza, un aiuto concreto e la sua strada era orientata verso gli altri, perché riconosceva che questi altri andavano aiutati, ma forse anche lui avrebbe dovuto essere aiutato. A fine maggio del 2021, ai notiziari si annuncia la scomparsa di Saman Abbas, una ragazza 18enne pakistana, costretta dai genitori a sposare un cugino nel Pakistan, contro il suo volere, la famiglia allora decide che è meglio ucciderla. È chiaro che tutto è ancora nelle mani degli inquirenti, almeno fino a quando non si troverà il cadavere della giovane, in base al racconto e alla testimonianza del fratello 16enne. Ebbene, questi sono solo tre casi di tanti altri casi avvenuti nel tempo, diversi tra loro, ma tutti e tre i casi hanno un denominatore comune, sono giovani ai quali sono stati lesi alcuni diritti fondamentali della persona, la libertà, l’istruzione, libertà di espressione, il diritto di amare chi si vuole, il diritto alla vita, ultimo della lista, ma il principale diritto per ogni essere umano. Willy, ucciso perché aveva difeso poco prima un amico, ma anche il colore della sua pelle è stato determinante per una violenza così accanita, crudele, una ferocia che non ci sono parole che possano giustificare un simile gesto. Seid, nessuno materialmente lo ha ucciso, ma quella lettera scritta sul web, anche se scritta nel 2018, non lascia molti dubbi, molti hanno concorso a questo destino. Il fatto che lui fosse di colore era come se portasse un marchio, mai sarebbe stato per alcuni un italiano, eppure giuridicamente lo era. Seid, ma potrebbe essere un altro ragazzo o ragazza, era stato adottato, per cui per legge era diventato un cittadino italiano, ma per molti, quel colore della pelle, non lascia scampo. Mi sono chiesta più volte, come si saranno sentite quelle persone che avevano rifiutato di essere serviti al tavolo da lui, o quelle persone che gli hanno detto che con il suo lavoro, toglieva lavoro agli italiani? Ma davvero siamo arrivati a tanta cattiveria? Eppure, abbiamo vissuto un periodo così triste, a detta degli anziani, nemmeno la Seconda Guerra Mondiale è stata così triste come questa pandemia. L’aver vissuto isolati, senza abbracci, senza i sorrisi attorno ad una tavola, senza le visite a parenti e amici, aver perso delle persone care senza poter dare loro l’ultimo saluto, essere entrati in terapie intensive ed essere oggi vivi, beh pensavo che ne saremmo usciti da tutto questo come persone migliori. Invece, tutti pronti ad attaccare tutti, anche chi dovrebbe essere confortato, accolto, abbracciato, anche solo con uno sguardo, con una parola. Lasciare andare Saman da sola in una casa, dove lei temeva che le potesse accadere qualcosa di brutto non è stato proteggerla, è come se si lasciasse andare a prendere dei vestiti a una donna in una casa dove c’è il marito violento, stessa cosa, ma con modalità e dinamiche diverse, ma con la stessa paura e lo stesso rischio di finire ammazzati. Fin qui penso che abbiate seguito tutti, e tutto ciò mi è servito per introdurvi in quel disagio che all’inizio ho scritto, non si parla quasi mai. E in questa parte entriamo un po' in punta di piedi noi insegnanti “Fuori Sede”, chi meglio di noi può capire lo stato d’animo di questi giovani? A volte ti arrivano certe espressioni che avresti preferito non aver sentito. È pur vero, che mentre noi siamo adulti e siamo forti, o almeno la maggior parte cerca di resistere, il giovane non sempre ha questa resilienza, non sempre